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L ' Azienda Agricola il Mulinaccio è situata nella vallata che domina l 'abitato di Vaiano, antico paese che lambisce le sponde del fiume Bisenzio.
Nel 1500 la zona del "Mulinaccio" è già appoderata e condotta a mezzadria. I proprietari sono i Sassetti di Firenze (Filippo Sassetti, navigatore delle Indie soggiorna al Mulinaccio. Lo testimoniano diverse lettere di suo pugno, datate dal Mulinaccio). Nel 1609 la proprietà viene acquistata dalla famiglia Strozzi. Il 20 gennaio 1661, Stefano e Giovanni di Prospero Vaj acquistano "la bella possessione di molti poderi detta del Mulinaccio" per 14.800 scudi. La fattoria è composta all'epoca di sette poderi; Apparita, Belvedere, Casanuova, Granchiaia, Riposo, Strada, Tarravistio, ma nei quasi tre secoli di proprietà Vaj (280 anni) la fattoria arriva ad avere ben 36 poderi coltivati a mezzadria con casa colonica e annessi.

Il 1800 è il secolo nel quale la fattoria si rinnova profondamente, sia nei lavori di regimazione dei corsi d'acqua con briglie e terrazzamenti, con piantagioni di nuove pinete e cipressete, rinfoltimento del ceduo, portando anche nuove essenze extraeuropee come il tasso, del quale una pianta gigantesca si può ancore vedere nel fosso delle "Spinaie". Autore principale di questi miglioramenti fu Giuseppe, Cavaliere di Santo Stefano, Senatore del regno d'Italia, Accademico dei Geogofili, che con grande passione abitò lungamente e seguì personalmente i lavori. Un'iscrizione in pietra, murata in una roccia vicino al corso d'acqua lo ricorda nel centenario della nascita (1904). Quando la famiglia Vaj si estingue con Ferdinando il 30 gennaio 1941, la fattoria aveva assunto la sua massima espansione. Oltre che i poderi a mezzadria, la proprietà disponeva di "terre a mano", "vigne date a lavorare a pigionali", e una grande quantità di case in affitto, una trentina, quasi tutte nella zona di Schignano. Dopo la morte della vedova di Ferdinando Vaj, Caterina Guicciardini dei Conti di Usella, usufruttuaria dei beni del marito, la fattoria e il resto dei possessi, case, boschi, macchie di faggio, vigne, villa padronale, viene rifiutata dagli eredi testamentari (Cottolengo di Torino) e quindi venduta all'asta come eredità giacente. Viene acquistata, dalla famiglia attualmente proprietaria, che dopo un perido di studio, creano la "Azienda Agricola Il Mulinaccio" per il rilancio in grande stile della produzione agricola del 2000.

Trebbiatura
1953


 

Battitura
1936